L'IMPORTANZA STORICA DELLO STRUMENTO

 

L’organo Tamburini di Mogliano Veneto, uno dei più grandi della Diocesi di Treviso, è “degno di menzione per la razionale applicazione del sistema a doppio scompartimento […], con sistema di somieri pneumatici speciali della Ditta, e la novissima applicazione dell’automatico al pedale con doppia registrazione […]. La doppia registrazione completa di tutti i registri con placchetta a bilico dà la possibilità all’organista di usare a ciascun manuale tutti i registri sia aperti che espressivi col massimo vantaggio di effetti fonici”. All’epoca, considerate tali caratteristiche, l’organo Tamburini di Mogliano Veneto era “l’Unico Grande Organo del genere” esistente in Italia.

 

(Dall’opuscolo stampato in occasione dell’inaugurazione dello strumento, 12-13 ottobre 1913)

 

Il sistema a “doppio scomparto” permette di suonare gli stessi registri in modo indipendente sulle due tastiere.

Nella stessa epoca della costruzione dell'organo di Mogliano, Tamburini sperimentò e perfezionò questo sistema in altri strumenti: l'organo del coro jemale (cripta) del duomo di Milano, il grande organo della Cattedrale di Treviso (oggi nella arcipretale di Trebaseleghe PD) e il monumentale organo della Basilica delle Vigne a Genova. Di quest'ultimo importante strumento è bene dare qualche notizia in più.

 

Nella Basilica di Nostra Signora delle Vigne a Genova, l’organaro Giovanni Tamburini (1857–1942), fra la rosa di organari interpellati, fu l’unico a dichiararsi pronto a mantenere in toto il materiale dell’antico organo Serassi e, per far sì che questo potesse non subire alterazioni di intonazione e pressione, impiegò un particolare somiere meccanico, variante perfezionata di quello costruito dall’inglese George William Trice (1848-1920).

Il nuovo triplice strumento della Collegiata di N.S. delle Vigne fu concepito secondo la moda tardo romantica francese dislocando i corpi del Grand’Organo (prima tastiera) e dell’Espressivo (seconda e terza tastiera) nelle due cantorie contrapposte nelle teste del transetto suddividendo anche i relativi registri di pedale.

La grande consolle e l’organo corale - distribuito sui tre manuali - vennero collocati dietro l’altare maggiore e, al fine di poter disporre dello strumento del coro, che veniva usato giornalmente per sostenere il canto delle Ufficiature canonicali.

Il Positivo/Recitativo espressivo sono a doppio scompartimento, mentre l’Organo Corale Espressivo è addirittura a triplo scompartimento.

Così facendo, Tamburini mantenne nel nuovo strumento il nucleo antico del ripieno Serassi ed ampliò lo strumento con i migliori ritrovati dell’epoca al fine di dotare la collegiata di un moderno organo sinfonico ispirato chiaramente alla tradizione d’Oltralpe ma conservando, per il ripieno, il gusto prettamente italiano.

Commissionato il 30 Ottobre 1913, l’organo subì un periodo di gestazione abbastanza lungo, domenica 2 gennaio 1916, alle h.14.30 veniva inaugurato dal M° Marco Enrico Bossi il grande organo sinfonico con la benedizione di S. E. l’Arcivescovo Ludovico dei Marchesi Gavotti.

Nove anni dopo, nel 1925, si volle ulteriormente arricchire lo strumento con un quarto corpo d’organo collocato nel tamburo della cupola. Lo strumento così ampliato fu quindi nuovamente inaugurato dal M° Ulisse Matthey.

Alla fine degli anni ’80 del ’900, l’organo fu ampiamente revisionato dalla stessa Ditta Tamburini.

 

 

Paragrafo sull'organo della Basilica delle Vigne tratto liberamente da un testo del M° Fabrizio Callai in: https://www.fratellimarin.it/it/pages-30/il-monumentale-organo-tamburini-della-basilica