L'organo Tamburini: la storia


Sopra: 

- l'organo Tamburini dell'arcipretale di Mogliano Veneto (1913);

- Giovanni Tamburini, organaro;

- mons. Felice Busan, artefice.

 

A lato:

- l'organo Tamburini-Bonato (1915) della Cattedrale di Treviso (già), ora nella chiesa arcipretale di Trebaseleghe (PD).

 1912-1913

 

 Il primo foglio di corrispondenza tra l’organaro Giovanni Tamburini e l’allora arciprete, mons. Felice Busan – di cui parlerò in specifico più avanti – conservato nell’archivio parrocchiale, porta la data 1912.

 

 Incuriosisce in particolare come il parroco abbia deciso di rivolgersi proprio alla casa organaria di Crema: si può intuire quanto questa fosse stimata ed apprezzata in diocesi.

 

 Come già ricordato, tanto plauso ed ammirazione da parte dei cultori di musica suscitarono gli organi Tamburini di Nogarè (1894), Padernello di Paese (1899) e S. Cristina presso Quinto (1899), tutti collaudati e visionati dal grande compositore e direttore della corale marciana Don Lorenzo Perosi.

 

 Don Felice deve aver visionato i progetti per l’organo della chiesa di Dosson.

 

 Sicuramente egli ha parlato con l’arciprete del luogo, mons. Giuseppe Bollato, prima di mettersi in contatto con la ditta organaria, come risulta da una prima comunicazione del sig. Tamburini al parroco:

 

Crema, 15/12/912

 

 M. Rev. Sig. Arciprete

 

 Mogliano

 

 Essendo stato avvisato dal Rev. Sig. Arcip. di Dosson che Ella intende costruire un nuovo organo, ed avendo promesso a quel Rev. Sig. Arciprete che sarei passato da Lei per vedere la chiesa e il posto ove va collocato l’organo, mi fa dovere avvertirla che prima delle Feste Natalizie, dovendo recarmi a Treviso, passerò da Mogliano e verrò a farLe visita. Sarò da queste parti o sulla fine della c. settimana o nei principi della ventura.

 

Favorisca dirmi se si trova sempre al paese, oppure indicarmi i giorni più probabili a trovarla a casa.

 

 In attesa col massimo ossequio distintamente la riverisco.
Dev.mo Tamburini Giovanni

 

 Poche settimane dopo, il 10 gennaio 1913, lo stesso Tamburini comunica a don Felice che:

 

 … presto verranno iniziati i lavori sul posto per gli organi di Arcade e Dosson […] e avrò occasione di passare più volte a Mogliano.

 

 Favorisca dirmi se una mia visita può essere opportuna.

 

 Il costruttore si rivolge cautamente al curato. Evidentemente il progetto di collocare un nuovo organo nella chiesa moglianese non era ancora stato approvato dalla fabbriceria.

 

 

 

(Tamburini fa infatti notare, a tal proposito, che non era giunta risposta ad una sua lettera).

 

 Altra comunicazione porta la data 22 gennaio e l’organaro si scusa di non essere ancora passato a Mogliano.

 

 Un’altra spiegazione può essere dedotta dalla lettera del 4 febbraio:

 

Spiacente di non aver potuto venire la settimana scorsa come da promessa, causa visite ricevute da Mons. Beccegato, il Tesoriere del Rev. Capitolo  [di Treviso] e il M. Marcon i quali sono venuti per sentire gli organi da me costruiti in Milano, e vedere il mio stabilimento in Crema.

 

 Sarò da Lei senza fallo domenica 9 c. e potrò fermarmi anche lunedì […].

 

Forse Don Felice aveva chiesto dei finanziamenti, per la realizzazione del suo nuovo organo, alla Curia di Treviso e questa voleva verificare la metodologia costruttiva della ditta Tamburini.

 

 Dobbiamo considerare che l’organo di Mogliano, se costruito fedelmente al progetto, sarebbe stato tra i più grandi della diocesi (come si dirà anche nei quotidiani il giorno dopo il collaudo, nell’ottobre 1913): e si dovevano quindi valutare con intelligenza i costi e le metodologie costruttive.

 

A metà febbraio la Fabbriceria dà il benestare per la costruzione e i lavori iniziano.

 

Giovanni Tamburini, in data 12 febbraio, comunica:

 

… ho dato subito mano ai lavori per il nuovo organo tenuto calcolo dell’aggiunta dei due registri.

 

Ora sto preparando il disegno della facciata [cioè del prospetto dell’organo] e la spedirò fra breve unendovi la pianta.

 

Essendo l’organo di Mogliano di mole abbastanza considerevole, occupa spazio in modo che l’organo viene un po’ più largo dell’attuale [parla del vecchio Bazzani], ma meno sporgente e quindi molto più comodo per i cantori. […]

 

Alcuni giorni dopo, un’altra lettera contiene delle precisazioni:

 

 Crema, 18/2/13

 

Oggi ho spedito il disegno della prospettiva dell’organo coll’unita pianta[1][2], persuaso che incontrerà in favore.

 

Dalla pianta risentirà il miglioramento dello spazio per il posto dei cantori.

 

L’organo è già in costruzione in base al disegno presentato; nel caso di contrarietà, favorisca telegrafarmi.

 

Nella settimana ventura, nell’occasione dei due organi Dosson e Arcade, passerò da Lei […].

 

Dunque Tamburini era molto impegnato nella costruzione di altri organi nella diocesi di Treviso, ma la progettazione intelligente e razionale dell’organo di Mogliano proseguiva: si è ben pensato di ridurre l’ingombro dell’organo in larghezza, in modo tale da lasciare maggior spazio e quindi maggiore comodità alla schola cantorum.

 

 
Il 3 marzo l’organaro comunica a Don Felice che verrà adottato il congegno del doppio scompartimento.

 

… colla certezza che […] verrà apprezzato anche a Mogliano dai veri amatori dell’arte.

 

Il giorno 25 dello stesso mese, la Fabbriceria parrocchiale dà “ordinazione per la costruzione del nuovo organo” e Tamburini si impegna “di costruire l’organo a 25 registri come da progetto consegnato […]. L’organo sarà a doppio scompartimento per tutti i registri dei manuali, al prezzo convenuto di L. 15000 (dico quindicimila) esclusa la cassa esterna, per la quale verrà fissato un prezzo di comune accordo, ad opera compiuta.”

 

 La cassa armonica di cui si fa cenno non sarà mai eseguita. Vediamo a tutt’oggi come le canne siano ad aria piena e non vi sia alcun cassone (eccezion fatta per quello dell’organo espressivo).

 

“Nel prezzo sarà compresa invece la trasmissione pel funzionamento del motore, mentre il motore resterà a carico dei Sig.ri Committenti […]. L’organo sarà pronto pel collaudo entro il prossimo luglio.”

 

Giovanni Tamburini promette che in soli quattro mesi ultimerà lo strumento in tutte le sue parti e lo assemblerà in chiesa per il collaudo.

 

L’impresa non è di certo facile, ma nella lettera viene espressa tutta la volontà di mantenere la promessa.

 

È lecito porsi la domanda se il vecchio organo Bazzani fosse ancora in loco e soprattutto funzionante.

 

Nell’archivio parrocchiale è conservato un carteggio riguardante l’accordatura dell’organo, e porta la data 4 gennaio 1913. L’organo era dunque ancora al suo posto originario dal 1842.

 

In un arco di tempo non meglio identificato, il vecchio strumento viene smontato e le parti metalliche riutilizzate.

 

Ai primi di aprile Tamburini attesta la consegna delle parti metalliche:

 

 

 

 Ho ricevuto il metallo in rottami dell’organo vecchio dalla Chiesa Parr.le di Mogliano.

 

            Stagno  Kg. 147  a  L.   4     il  Kg.     L. 588.00

 

            Piombo Kg. 178   “ 0.60    “ L. 106.80

 

                                                       Totale L. 694.80

 

In questa comunicazione l’organaro riferisce altresì che il lavoro di costruzione del nuovo organo prosegue speditamente. Infatti, sia a Dosson che ad Arcade, i lavori erano stati completati e per Mogliano erano stati “adibiti tutti gli operai” della ditta.

 

L’importo finora versato dalla Fabbriceria ammonta a L. 2760 (primo anticipo) e 7750.

 

Accompagnano questo rendiconto le parole di Tamburini, il quale assicura nuovamente a mons. Busan il buon esito dei lavori:

 

 … sarà mia premura di fare un lavoro che possa tornare di pieno gradimento e fare onore all’arte organaria. Il lavoro continua regolarmente e l’organo verrà consegnato in tempo utile. […]

 

Per due mesi non c’è altra traccia di corrispondenza in merito.

 

Il 13 giugno la ditta richiede al parroco delle precisazioni sulle misure della chiesa e della cantoria:

 

Dovendo fare l’impianto dei mantici generatori e non avendo preso la misura dell’altezza della cantoria, sarei a pregarLa a voler mandarmi l’altezza precisa dal pavimento della chiesa, al piano della cantoria.

 

In quanto la tavolato da spostare sotto la cantoria, si potrà fare mentre si monta l’organo. Il lavoro continua regolarmente ed è a buon punto.

 

Sembra che tutto proceda speditamente, ma in una successiva lettera l’organaro esprime qualche perplessità sull’effettivo completamento dei lavori per il mese successivo.

 

È lecito supporre che ci siano stati degli inconvenienti col sistema del già accennato “doppio scompartimento”, ancora in fase di sperimentazione.

 

 Crema, il 24 Giugno 1913

 

 … Ora tutti gli operai sono addetti per l’organo di Mogliano, ma non posso assicurarLe che sia a posto in luglio; trattandosi di un organo di una discreta importanza ed a doppio scompartimento, a nulla trascurando allo scopo della buona riuscita, è difficile poter fare conti precisi, ad ogni modo entro il prossimo luglio sarà terminato in fabbrica e ne verrà fatta spedizione. […]

 

Il vecchio organo Bazzani era stato definitivamente smontato, come pure la sua cassa armonica.

 

La controfacciata della chiesa si presentava disadorna e senza continuità architettonica con il resto della navata.

 

 Giovanni Tamburini si premura di fornire alcuni suggerimenti al parroco:

 

            … Il cornicione della Chiesa ove esisteva la cassa dell’organo deve essere rifatto, perché essendo l’organo nuovo a canne scoperte, il cornicione si deve vedere. […]

 

A fine luglio l’organo non è ancora arrivato a Mogliano per essere montato e don Felice esprime qualche perplessità.

 

Tamburini risponde prontamente:

 

 Immagino sarà inquieta non vedendo arrivare l’organo, ed io sono nervoso. Per quanto il lavoro sia stato incominciato coll’intendimento di consegnarlo a tempo, pure non vi sono riuscito.

 

 L’organo è tutto montato ed ora si sta mettendo a posto le canne e appena avrò fatto esperimenti necessari, farò spedizione.

 

 Il nuovo sistema di azionamento dei registri per le due tastiere risultava problematico e necessitava di un’ulteriore messa a punto. Infatti viene precisato che:

 

È stato il doppio scompartimento che mi ha prolungato il lavoro, perché splendido sistema è per conseguenza complicato ed ha bisogno di grande cura nella costruzione, onde non abbia a pregiudicare il buon funzionamento.

 

Il lavoro promette molto bene e ne sono certo che i malumori pel piccolo ritardo spariranno quando vedranno e sentiranno l’istrumento.

 

 Mi dispiace immensamente di questo involontario ritardo, assicurandoLa che nulla ho trascurato per la buona riuscita.

 

Dobbiamo aspettare la metà di agosto per avere la conferma della pressoché avvenuta installazione e l’annuncio della spedizione dello strumento smontato:

 

Finalmente posso comunicarLe che l’organo è quasi tutto installato e che entro la c/settimana verrà spedito.

 

L’istrumento è finito in fabbrica in tutte le sue parti in modo che sul posto non vi resta che di rimontarlo e fare l’intonazione ed accordatura delle canne.

 

I lavori sul posto potranno durare circa un mese, però, giacché nulla ho trascurato per quest’organo, e se Lei può pazientare, sono disposto di lavorare una settimana in più, allo scopo di ultimare tutto colla massima cura e perfezione.

 

 Il Bollettino di Consegna (Ferrovie dello Stato) attesta l’avvenuta spedizione a velocità ridotta di “parti organo di chiesa” (371 Kg) e “parti legname lavorato” (2300 Kg) da Crema il 22 agosto e l’arrivo a Mogliano il giorno 26. Costo totale di 240 Lire.

 

 

 

Tamburini, in una lettera all’arciprete, precisa che è assolutamente indispensabile la sua presenza al momento dello scarico del materiale, data la grande fragilità dei pezzi.

 

Altra ricevuta, del 17 settembre 1913,  che porta il timbro della “Ditta Cornali – Crema – macchine, utensili, ornamenti ferro dolce” ci informa dell’utilizzo di 12,50 m di cinghia rossa, 1,20 m di cinghia di cuoio inglese e di 4 agraffe, per un costo complessivo di L. 38,75.

 

Le agraffe sono degli elementi metallici per la congiunzione di speciali pannelli in legno, probabilmente per il somiere maestro.

 

 Con sorpresa  ho potuto rilevare che, l’organo probabilmente era predisposto per un successivo montaggio di un motore elettrico e di pulegge manuali (come si evince dall’ordine alla “Società Edison” per la fabbricazione di macchine ed apparecchi elettrici presso Milano).

 

La Fabbriceria, infatti, ordina la posa dei contatori e “1 motore trifase, 1 interruttore tripolare da 19 Amp., una scorta di filo fusibili”.

 

 Il 29 settembre arrivano a Mogliano anche le canne in metallo (due casse del peso di 210 Kg complessivi).

 

 L’organo di Mogliano risulta ultimato agli inizi di ottobre e la solenne inaugurazione, con grande partecipazione di popolo, avviene il 12 Ottobre 1913.

 

 Nel periodico «Lo Svegliarino Musicale», relativamente al nuovo organo di Mogliano, si legge: “Uno dei più grandi Organi della Diocesi è quello di Mogliano, inaugurato il 12 ottobre scorso”.

 

 La descrizione dell’organo, riportata nella suddetta rivista musicale, riprende quella stampata sul pieghevole dell’inaugurazione:

 

“Esso esce dallo Stabilimento della Ditta Tamburini di Crema e lo ha costruito secondo le prescrizioni liturgiche e munito di tutti i perfezionamenti che l'arte organaria moderna dispone. Per limitarci al dati più interessanti diremo che il « doppio scompartimento » vi è applicato p tutto l'organo ed in modo razionale: i somieri pneumatici sono una specialità della Ditta e la nuovissima applicazione dell'automatico al pedale è fatta con doppia registrazione.

 

I Somieri maggiori sono a valvole coniche con applicato speciale dispositivo per il doppio scompartimento, e a valvole pure coniche sono quelli della basseria. La doppia registrazione completa di tutti í re­gistri con placchetta a bilico dà la possibilità all'organista di usare ali ciascun manuale tutti i registri tanto aperti che espressivi, col vantaggio di svariatissimi effetti fonici ... Vi sono 26 pistoncini per lo combi­nazioni fisse e 3 per il pedale automatico, la staffa per espressione ad il crescendo-diminuendo, e 8 pedalini per gli accoppiamenti...

 

 

 

Il 12 S. E. Mons. Vescovo benediceva lo strumento e lo inaugurava il nostro maestro Battista Marcon e il M° Don Ernesto Bessi di Orvieto. Il giorno seguente, 13 ottobre..., venne dato il collaudo dal Cav. Oreste Ravanello con un programma di musica tutta propria...”.

 

 Il fatto ebbe una certa risonanza anche nel resto del Veneto: “Il Gazzettino” riporta che l’organo è “grandioso […] ed unico nel suo genere”.

 

 Accanto a Giovanni Tamburini viene a prestare manodopera anche il valente Umberto Anselmi, anch’egli organaro e fidato collaboratore.

 

Io sottoscritto dichiaro di ricevere dalla veneranda Fabbriceria di Mogliano un vaglia bancario della somma di L. 4200 per conto del sig. Tamburini di Crema quale saldo dell’organo dal medesimo collocato il codesta parrocchiale.

 

 In fede  Umberto Anselmi

 

 Mogliano Veneto 17 Ottobre 1913

 

  Anche su altri organi della nostra Diocesi ha lavorato l’Anselmi, come risulta in documenti pubblicati da G. Zanatta (op. cit.). I suoi incarichi erano spesso quelli di accordatura o per ritocchi vari.

 

  Già dopo pochi giorni dal collaudo, don Felice si lamenta col costruttore di alcuni fastidiosi difetti, forse in relazione alla trasmissione pneumatica che, come ribadito più volte, è molto vantaggiosa e comoda, rispetto a quella meccanica, ma presenta degli svantaggi (un leggero ritardo di emissione del suono dopo il tocco del tasto, una precaria distribuzione dell’aria, anche in relazione  alla temperatura ed all’umidità dell’ambiente, la necessità di una frequente sostituzione di  borsette e valvole, emissioni di strasuoni e fischi). Ciò spiega il progressivo abbandono, negli anni ’20 del ‘900, di questo sistema da parte delle case organarie, per la più comoda trasmissione elettrica o il ritorno a quella esclusivamente meccanica.

 

 La risposta preoccupata del Tamburini è immediata:

 

 Mi dispiace assai degli inconvenienti verificatisi, perché non dovrebbero succedere; i trasuoni saranno derivati per cause impreviste e ne sono certo, sarà cosa da poco.

 

 Addirittura il motore elettrico presenta da subito dei difetti:

 

 Non comprendo come mai non funziona bene il motore essendo questo di una ditta seria e di un prezzo che si può dire il più elevato.

 

Tra i molti impegni urgenti, farò il possibile di venire a Mogliano prima di domenica […].

 

 

 

 La fitta corrispondenza tra don Felice Busan e Giovanni Tamburini si conclude in questo modo.

 

Quelli riportati non sono stati di certo né i primi né gli ultimi problemi e difetti di cui avrà a soffrire il nostro organo.

 

Continuiamo ora ad analizzare il carteggio d’archivio superstite.

 

Nel mese di ottobre, il giorno 14, un primo rendiconto (all’indomani dell’inaugurazione/collaudo) parla di un ammontare a 15.824,75 Lire.

 

Nel settembre 1913 il rendiconto finale delle spese per la conclusione dei lavori per l’organo ammonta ad un totale di Lire 17.577,20, di cui 15.824,75 (importo pagato al Tamburini) e 1.752,45 (spese varie incontrate).

 

 

 

TESTI DI CLAUDIO SIMONATO (per il testo completo si veda la pubblicazione citata nella sezione "Bibliografia")